CLEMENTE BUSIRI VICI

ARCHITETTO

STAMPA

AD Novembre 2002

NEL VORTICE DEL MODERNO

In un attico ai Parioli, geometrie aeree e rigorose accompagnano la passione del proprietario per i pezzi d’arte contemporanea.
Siamo nel quartiere Parioli di Roma, la vista regala un panorama a 360 gradi di tetti e verdi terrazze. L’atmosfera è tranquilla, molto lontana dalla Roma dei turisti e del traffico, anche se in realtà si trova a un passo da tutto ciò. Severino Fruscella, medico, descrive sorridendo la sua ricerca per trovare una casa “in alto”, per avere sopra di sé nient’altro che il cielo stellato delle suggestive notti romane: “Volevo molta luce, grandi spazi, terrazze e la sensazione di staccarmi dagli affanni della quotidianità stando semplicemente seduto nel salotto di casa mia”. Ci sono voluti due anni per trovare l’attico che corrispondeva ai suoi desideri. Poi, con l’aiuto dell’architetto e amico Clemente Busiri Vici, ha iniziato a dar forma al suo sogno.
“Non avrei mai creduto di poter essere sedotto dall’arte contemporanea; amavo le case tradizionali, e così, per questo appartamento, sono arrivato a un compromesso: pochi mobili antichi per ricordare le scelte passate, e poi tanto moderno, essenziale e rigoroso, come le belle opere di Mark Kostabi o di Oliviero Rainaldi. Mi sono reso conto che, come diceva Eraclito, tutto scorre, e che l’esperienza e la memoria servono a creare qualcosa di nuovo e stimolante che non è mai uguale al prima”.
Ecco che allora i colori sono chiari, tono su tono, per dare maggiore luce alle raccolte d’arte contemporanea provenienti dalla galleria romana di Pino Casagrande, come Agave di Marisa Albanese o la scultura Caduti di Oliviero Rainaldi, una figura esile che sembra riassumere in sé l’atmosfera aerea della casa. Una scultura moderna pare anche la bella scala elicoidale che, rompendo verticalmente lo spazio, dal salotto conduce alle terrazze del piano superiore. Ma poi, ecco il vecchio tavolo dell’Ottocento inglese, la sedia Luigi XVI e le rare statue cinesi del I secolo, piccolo omaggio alla storia, perché il resto è davvero tutto contemporaneo.
È questo, infatti il tema conduttore dell’appartamento seguito da Busiri Vici: creare un anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo, percepibile anche nei dettagli, come la bugnatura delle pareti o i divani disegnati secondo un antico modello, per poi arrivare alle enormi finestre senza tendaggi, moderne fonti di luce e niente più.
D’altronde l’architetto romano è preceduto da una lunga storia personale: almeno undici generazioni di architetti. I Beausire, in seguito in Italia divenuti I Busiri, erano infatti architetti che operavano a Parigi all’epoca di Luigi XV e Luigi XVI, mentre i Vici, di origine marchigiana, potevano vantare la perizia di Andrea Vici, figura di rilievo nella storia dell’architettura, famoso anche per aver collaborato con il Vanvitelli nella realizzazione della Reggia di Caserta. Con la prima metà dell’Ottocento i Vici e i Busiri diventano un’unica famiglia. Dà lustro a questa unione Andrea Busiri Vici senior, con i suoi importanti lavori eseguiti per la famiglia Doria Pamphili, come l’Arco dei Quattro Venti realizzato per la villa omonima.
“Un Dna Unico e speciale, che ha dato a ogni generazione almeno uno o due importanti esponenti nel campo dell’architettura”, commenta Clemente Busiri Vici, “ma che non ha impedito a ciascuno di avere un proprio linguaggio espressivo”. E il suo è sempre più orientato verso un’architettura contemporanea, dal profilo rigoroso ed essenziale. Così ad esempio, per la camera padronale di questa casa l’architetto ha voluto un grande specchio di Philippe Starck che riflette ed espande la semplicità degli arredi, composti da due poltroncine, sempre di Starck, rivisitate utilizzando tessuti maculati.
“La vera natura della casa è questa: il luogo della pace, il rifugio non solo da ogni posto ma anche da ogni paura, dubbio e discordia”, scrive John Ruskin in “Sesamo e Gigli”. Per severino Fruscella è un luogo magico da vivere in modi diversi. Nel silenzio pacificante della solitudine, ma anche nell’allegra vivacità degli amici, per i quali, spesso, crea atmosfere speciali.