CLEMENTE BUSIRI VICI

ARCHITETTO

STAMPA

AD novembre 2005

SCENOGRAFIE D’AUTORE

Grandi dipinti sono espsti su setti che, come quinte teatrali, dividono gli ambienti di un appartamento a Roma.
Questo appartamento romano, lontano da fasti del Barocco e vicino piuttosto allo stile razionalista dell’Ufficio postale disegnato da Alberto Libera, che sorge nei pressi, è stato realizzato dall’architetto Clemente Busiri Vici per l’artista Serafino Majorano.
Gli ambienti, ariosi e pieni di luce, coniugano spontaneità e rigore. Sull’involucro neutro degli interni, formato dal pavimento in legno di rovere o in pietra serena, e delle pareti bianche a stucco veneziano, i colori e i materiali animano le forme geometriche e lineari degli arredi dando un tocco vivace alla decorazione, nella quale quindi la ricerca estetica si unisce a quella funzionale.
Nell’appartamento mancano le tradizionali suddivisioni tra una stanza e l’altra: gli ambienti si susseguono invece aprendosi l’uno nell’altro, dando vita a uno spazio fluido e ininterrotto. Setti, utilizzati a mo’ di quinte teatrali, muovono le prospettive e creano scorci inattesi in cui diventano protagonisti alcuni oggetti scultura, le numerose opere d’arte e i pezzi di design. Clemente Busiri Vici ha individuato nella semplicità e nell’essenzialità i principi ispiratori del progetto, e ha voluto rivendicare il valore di ambienti non soffocati da mobili e oggetti, bensì definiti dalle relazioni spaziali e dai contenuti dell’arte. Una sorta di minimalismo, dunque, che però lascia ampio spazio alla fantasia dei cromatismi e coniuga il calore e la spontaneità della decorazione all’eleganza e alla sobrietà delle linee geometriche. Molte le opere eseguite dal proprietario, Serafino Majorano, che si accompagnano a quelle di altri artisti, come per esempio Vettor Pisani e Bruno Ceccobelli, datate per lo più dal 1990 ad oggi. Al 1970 risale un quadro di Mimmo Rotella. Non manca poi il segno creativo del design, con arredi di Dilmos, di driade, e con pezzi d’autore da Vico Magistretti a Philippe Starck. Al moderno nascente rendono omaggio due poltrone déco rivestite da tessuto zebrato in stile Luigi XV verniciato a smalto bianco propone una divertita citazione d’antico.